martedì 30 agosto 2011

Quos Ego…! Sed mostos praestat componere fluctus.

Nettuno.

Una moltitudine di affascinanti maioliche, brocche e piatti istoriati, ispirate alle stampe tratte da Raffaello, inondarono le botteghe e le credenze borghesi d’Europa nel corso del secolo XVI.

Una stampa di Marcantonio Raimondi conservata all’Albertina di Vienna ritrae Nettuno nell’atto di placare la tempesta di mare, con un corredo di scene tratte dall’Eneide.



La figura di Nettuno che placa i venti emerge dal verso 135 del primo libro dell’Eneide: “Quos Ego…! Sed mostos praestat componere fluctus” (Voi che io…! Ma è meglio calmare le onde burrascose) e narra del momento in cui Nettuno, in collera con i venti scatenati da Eolo, sta per dare sfogo alla sua ira, poi si trattiene, ripristinando la calma.
Nei versi successivi Virgilio paragona Nettuno che placa la tempesta ad un uomo autorevole capace di calmare gli animi esasperati dalla guerra civile, riconducibile ad Augusto instauratore della Pax Romana.